Preistoria: tracce a Campoleone

Lo studio della preistoria ci ha molto incuriositi ed interessati.
Consultando i libri della nostra biblioteca, abbiamo notato che si parla di ritrovamenti avvenuti solo in Africa, Nord europa, Asia. Abbiamo pensato che l’Italia e in particolare Campoleone nel periodo preistorico fossero disabitate.

Abbiamo allargato la ricerca, coinvolgendo anche i nostri genitori, ma nessuno ha saputo fornirci notizie sulla vita preistorica a Campoleone. Ci è sembrato opportuno perciò andare nell’unico posto dove avremo potuto trovare le risposte alle nostre curiosità: il museo.

Punte e raschiatoio in selce Nel museo civico di Albano si conservano molti reperti trovati nei Castelli Romani.
Abbiamo scoperto che in seguito alle arature dei campi, nella zona di Montagnano-Campoleone, sono stati trovati reperti antichissimi. Si tratta soprattutto di manufatti in selce che risalgono al paleolitico: raschiatoi e punte.

In una vetrina abbiamo visto dei frammenti di vasi di ceramica del neolitico, anch’essi provenienti da Montagnano-Campoleone, usati per conservare semi e frutta.

Siamo rimasti molto sorpresi di vedere in questo museo anche una zanna di elefante antico del paleolitico trovata sempre nella zona di Campoleone. Noi sapevamo che questi animali vivono in posti caldi come l’Africa centrale e l’India. Perciò abbiamo ipotizzato che molti millenni fa il clima di Campoleone era diverso da quello di oggi.

Zanna di Elephas antiquus

Continuando nella nostra visita abbiamo visto altri reperti trovati a Campoleone: delle lame di pietra che si mettevano su falcetti di legno usati per mietere il grano, e una grossa pietra, che come ci ha detto l’archeologa del museo, apparteneva al vomere di un aratro.
In un’altra vetrina era esposto un blocco di peperino che conteneva al suo interno un  pezzo di legno.

Legno inglobato nel peperino

La nostra accompagnatrice ci ha spiegato che il ritrovamento di fossili vegetali è molto importante perchè ci permette di avere notizie sull’ambiente naturale di una zona nei millenni passati.

Vasi

Dopo la visita al museo abbiamo fatto delle ricerche su libri e riviste portate a scuola dai nostri insegnanti.
Da una rivista abbiamo ricavato delle notizie sull’ambiente naturale e geografico dei Castelli Romani nelle ere preistoriche e abbiamo scoperto che “offrivano un habitat favorevole alla vita e alla sopravvivenza dell’uomo primitivo”.
Noi immaginiamo Campoleone ricoperta di grandi boschi (macchia mediterranea) ricchi di corsi d’acqua dove si abbeveravano gli animali.
Vicino ai corsi d’acqua sorgevano villaggi fatti di capanne e abitati da uomini che praticavano soprattutto l’agricoltura. Che gli antichi abitanti di Carnpoleone erano agricoltori lo tesimoniano i ritrovanenti: la pietra appuntita del vomere, le lame per i falcetti, i vasi per conservare i semi.

I boschi offrivano rifugio a molti animali perciò possiamo ipotizzare che in questi posti si praticava anche la caccia. Le punte di frecce e i raschiatoi conservati al museo potrebbero confermare la nostra ipotesi.

Nei boschi vivevano animali come il cinghiale, il cervo e il daino. Nelle zone erbose invece vivevano grandi animali come l’elefante antico e animali piu’ piccoli come le capre selvatiche.
Ma a noi piace pensare che vivessero da queste parti, magari nelle grotte che si trovano alle pendici del lago di Albano, animali feroci come le tigri dai denti a sciabola e il leone delle caverne, e che ogni tanto, quando avevano molta fame venissero a cacciare nei boschi di Campoleone e ci piace anche immaginare che i fatti narrati nelle storie che vi racconteremo siano realmente accaduti chissà…

Preistoria e Campoleone

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